Il tempo non è un granché. Estate pazza. Solo che in montagna quando va via il sole ti accorgi di quanto riscalda. Un po’ come le cose nella vita, apprezzi il loro valore quando non ci sono, e spesso è troppo tardi. Facendomi violenza tiro fuori una maglia dall’armadio, solo il pensiero mi fa venire caldo, e la metto nello zaino. As sa mai.
Scendo che Renato mi aspetta. Passiamo alla sede del C.i.s.s. dove avevamo appuntamento con le due assistenti sociali, Luana e Chiara e partiamo alla volta di Crissolo.
Dopo Paesana inizia la vera valle Po, valle stretta, strada stretta, paesini stretti, luce stretta. Non fosse per il Monviso che ti guarda dall’alto come fosse Zeus, la malinconia assumerebbe altri toni.
Arrivati. Apro la portiera e mi rendo conto, dopotutto, di non essere ancora del tutto brasato: la maglia serve, eccome.
Siamo davanti all’albergo, riconosco l’insegna. Una domanda mi echeggia in testa. E adesso? Sono abituato alle persone adulte, questo sì, ma a dei bambini? Questo no. Ma la mia curiosità è tanta, quindi andiamo.
Renato ed io veniamo accolti da alcune educatrici e dalla titolare. Persone cordiali. Bene. Mi dicono che i ragazzi sono entusiasti del soggiorno. Molto bene.